- Comunicazione visiva/corporea
- Comunicazione chimica
- Comunicazione vocale/acustica
- Comunicazione tattile
- Rapporti con altri animali
- Questionario su alcuni aspetti della comunicazione canina
- Bibliografia e sitografia
Sappiamo bene come interagire con gli esseri umani, ma nella comunicazione con i nostri cani siamo spesso molto meno chiari. Capita, infatti, che i modelli di dialogo che sono validi tra noi, quando vengono applicati nella comunicazione con il nostro cane risultino del tutto confusi e fuorvianti. Ripetizioni, contraddizioni, toni interrogativi e montante frustrazione quando non otteniamo i risultati attesi sono abitudini tipicamente umane che non ci aiutano nella comunicazione col nostro cane, anzi.
Se vogliamo imparare a comunicare correttamente con il nostro cane, poi, dobbiamo anche evitare di giudicare il suo modo di comportarsi dal nostro punto di vista; è sempre molto alto il rischio di antropomorfizzare le emozioni degli animali e di attribuire loro caratteristiche esclusivamente umane.
I cani sono abilissimi a mandare e ricevere i segnali del linguaggio corporeo. Anche noi facciamo uso dei gesti (come per esempio quando accompagniamo il nostro discorso con gesti delle mano per enfatizzarlo o sporgiamo il mento per mostrare determinazione), ma poiché la nostra forma di comunicazione primaria è quella verbale, facciamo più affidamento sulla parola per far pervenire il nostro messaggio. Al contrario, i nostri compagni a quattro zampe, usano la vocalizzazione come mezzo di comunicazione secondario rispetto al linguaggio del corpo.
Può capitare, quindi, che si fraintendano i segnali e si interpreti il linguaggio non verbale in modo sbagliato, ma se osserviamo il nostro cane con regolarità, la traduzione risulterà più facile.
L’errata comprensione del messaggio può avere serie conseguenze sia per il cane che per il nostro rapporto con lui, ed è per questo che si devono prendere in considerazione tutti gli aspetti del linguaggio del corpo: espressioni facciali, posture, atteggiamenti delle orecchie e movimenti della coda concorrono a veicolare il messaggio e ne traducono il significato.
La comunicazione può avvenire tramite quattro canali:
-VISIVO
-OLFATTIVO
-UDITIVO
-TATTILE
I cani, pur vedendo a colori, hanno probabilmente una percezione bicromatica. In particolare distinguerebbero le tonalità del blu e del giallo, mentre sarebbero poco sensibili al rosso e al verde.
Hanno una visione superiore alla nostra in condizioni di scarsa luce e un campo visivo più ampio del nostro. Hanno, però, una pessima visione binoculare che non gli permette di distinguere bene contorni e dettagli di oggetti vicini e fermi. Riescono, invece, ad intercettare molto bene oggetti in movimento.
I cani comunicano, poi, attraverso la prossemica (sto vicino, lontano, davanti o dietro al destinatario del messaggio), la cinetica (velocità, traiettoria) e il mantello (attraverso l’orripilazione).
Il linguaggio del corpo va interpretato attraverso l’uso della vista e si può affermare che sia possibile “leggere il cane”: per farlo però bisognerà imparare a osservare pazientemente e con molta attenzione ogni suo movimento, senza mai estrapolarlo dal contesto in cui si trova. Questo poiché lo stesso gesto può avere significati diversi a seconda della situazione e del momento in cui viene emesso.
Anche gli animali hanno la loro bolla che andrebbe sempre rispettata. Non dovremmo mai lanciarci ad accarezzare un animale se ci fa capire che non gradisce. I cani, ad esempio, possono arrivare a ringhi o abbai per segnalare il mancato rispetto delle distanze, ma chi non reagirebbe dopo continue invasioni dei nostri spazi?
La risposta del cane può dipendere dalla relazione che ha con la persona che lo accarezza, per questo motivo non andrebbe mai approcciato in questo modo un cane che non si conosce.
Durante le “presentazioni” con un cane sconosciuto, dovremmo lasciare che il cane possa fiutarci la mano prima di iniziare ad accarezzarlo, scegliendo sempre di accarezzarlo sul collo invece che sulla testa. Anche andare verso un cane estraneo in modo diretto può essere interpretato come una minaccia: è meglio avvicinarsi di lato, così come fanno i cani quando si salutano, poiché in questo modo gli si comunica che le proprie intenzioni non sono cattive.
Se dobbiamo relazionarci con un cane che ci appare particolarmente timoroso, potremmo abbassarci sulle gambe per ridurre la nostra altezza e, se questo non dovesse bastare, potremmo dargli le spalle.
Spesso siamo portati a pensare che un cane scodinzoli per manifestare gioia, contentezza; in realtà lo scodinzolare indica uno stato di attivazione del cane, che può essere positivo o negativo.
La coda è portata bassa e rilassata, le orecchie sono alte ma non in avanti, la testa è alta, la bocca è leggermente aperta, la posizione è sciolta e il peso uniformemente distribuito sulle zampe.
La coda è portata orizzontale, le orecchie sono in avanti con possibile movimento per captare un suono, la testa è alta e la bocca è serrata.
Orecchie dritte e in avanti, coda tenuta alta e ben in vista, corpo rigido e proteso in avanti.
La coda è portata bassa, le orecchie sono rivolte all’indietro, lo sguardo è sfuggente, il corpo è abbassato, sono possibili leccate all’aria o al muso dell’altro cane.
Rotolamento sul dorso con esposizione di ventre e gola, coda tra le zampe e appoggiata al ventre, orecchie appiattite e indietro, muso appoggiato al suolo per evitare il contatto visivo diretto, occhi parzialmente chiusi, angolo della bocca all’indietro, possibile rilascio di qualche goccia di urina.
E’ una postura che viene utilizzata come segnale di stop, come ricerca di “immobilità” (ad esempio durante uno scontro con un altro cane).
Posteriore rivolto verso l’altro e zampe anteriori abbassate, coda portata alta con scodinzolio ampio, orecchie alzate, bocca aperta e lingua in fuori, sono possibili saltelli da una parte all’altra e abbai.
Questa immagine mostra, in particolare, un cane impaurito e che potrebbe attaccare se incalzato; sono infatti i denti sono visibili e il naso è corrugato per lanciare un avvertimento all’individuo che ha di fronte (un’altra espressione facciale possibile in caso di paura è quella chiamata “lifting”, dove tutto è tirato indietro e le pupille sono dilatate). La coda è portata tra le zampe, il corpo è abbassato, le orecchie sono tirate indietro.
Coda portata bassa, corpo abbassato, orecchie indietro, pupille dilatate, ansimi rapidi con angolo della bocca indietro, cuscinetti sudati, possibile aumento delle eliminazioni, possibile aumento del livello di attività o immobilità.
Cane che mostra di essere sicuro di sé e comunica una possibile aggressione. Coda rigida, portata alta con pelo rizzato (sono possibili vibrazioni da parte a parte), orecchie in avanti (talora poco aperte verso i lati, a formare un’ampia V), naso corrugato, la fronte può formare rughe verticali, denti visibili, bocca aperta a C, cresta di pelo alzata, corpo rigido e leggermente inclinato in avanti.
Coda portata bassa, orecchie indietro, bocca spalancata con denti visibili, corpo abbassato e arretrato.
Uno dei due cani appoggia una zampa o entrambe le zampe anteriori sul corpo dell’altro, oppure si pone ad angolo retto con il muso sulle scapole dell’individuo sottomesso.
La monta non è solo legata alla sfera sessuale, ma può assumere vari significati, può avvenire anche tra cani dello stesso sesso e può essere messa in atto da un cane sicuro di sé nei confronti di un altro, ma può anche essere un comportamento sostitutivo nei momenti di stress o ansia.
Le posture comunemente definite come "di sottomissione", per esempio, possono essere anche indicate come comportamenti affiliativi, comportamenti che servono per ribadire e rinforzare i legami sociali tra due individui.
Stessi comportamenti, stessi atteggiamenti possono essere interpretati in altro modo, e assumere un significato diverso.
I cani, essendo animali sociali, hanno la necessità di ribadire il legame che li lega ad un altro cane o una persona, sentono il bisogno di rinsaldare i legami. Questo accade soprattutto dopo una separazione, come dopo il risveglio o la lontananza, anche se breve. Come a voler dire "siamo sempre amici, voglio ricordarcelo, ho bisogno di rinsaldare questo nostro rapporto".
La mucosa olfattiva è un particolare tipo di superficie che riveste le cavità interne del naso. E’ ricca di recettori olfattivi, recettori sensoriali specifici in grado di percepire le diverse sostanze chimiche volatili. I recettori olfattivi, a loro volta, inviano le informazioni al cervello, dove vengono elaborate. Un uomo di media corporatura possiede circa cinque milioni di recettori olfattivi, mentre un cane ne possiede circa duecentoventi milioni. Ciò significa che l’olfatto di un cane è almeno quarantacinque volte più potente del nostro.
La differenza, però, non è solo quantitativa, ma anche qualitativa, poiché il cervello dei cani è strutturato in modo da percepire il mondo attraverso il naso, addirittura meglio di quanto siamo in grado di fare noi umani con la vista e gli altri sensi.
I cani inoltre lasciano il loro odore attraverso urine, feci e attraverso la raspatura del terreno (grazie alle ghiandole interdigitali). Attraverso la comunicazione olfattiva i cani trasmettono gli uni agli altri moltissime informazioni che li riguardano.
E’ un tipo di percezione che non viene elaborata a livello della corteccia. Una volta percepiti, i feromoni provocano una reazione immediata da parte del cane.
Riconosciamo feromoni:
-di identificazione
-di allarme
-sessuali
-di appagamento
-di adozione
-di delimitazione territoriale
La produzione e secrezione di feromoni è involontaria e la loro trasmissione avviene attraverso l’aria, l’acqua, la deposizione sul suolo o su supporti solidi.
I cani vivono in un mondo fatto di odori, mentre noi in un mondo prevalentemente fatto di immagini, si può quindi dire che noi “vediamo il mondo” e che i cani, invece, “fiutano il mondo”.
COMUNICAZIONE VOCALE/ACUSTICA
Siamo tutti d’accordo nel sostenere che un cane che abbaia sta comunicando col mondo che lo circonda, tuttavia dietro a quell’abbaio si possono nascondere davvero tantissimi messaggi diversi. Prestando attenzione scoprirete che è possibile individuare dei suoni specifici che i cani usano per esprimere determinate intenzioni.
I cani non sfruttano l’utilizzo di migliaia e migliaia di suoni diversi come le parole che usiamo noi umani, ma utilizzano una costante modulazione di una manciata di suoni.
I cani non capiscono nulla di quello che diciamo se prima non ne abbiamo spiegato loro il significato attraverso il training. “Quante volte te lo devo dire che non devi fare così?”
Le parole che pronunciamo, non hanno alcun valore per i cani se non quello che decidiamo noi, in maniera più o meno consapevole, associandole costantemente a un comportamento o più in generale a una situazione. Se questo non avviene, le nostre parole rimangono suoni privi di significato, esattamente come quelle di una lingua straniera a noi sconosciuta.
Il fatto che i cani riescano a comunicare in maniera così chiara fra loro limitandosi a modulare pochi suoni ci fa capire perché i nostri amici siano decisamente più sensibili al modo in cui diciamo loro le cose invece che a quello che stiamo realmente dicendo. Questo perché i cani, più che alla comunicazione verbale, badano a quella paraverbale, ovvero all’uso che, durante un discorso, si fa di timbro, tono, volume, pause.
Se vi rivolgete al vostro cane con tono duro e assertivo penserà immediatamente che lo state sgridando e questo lo metterà a disagio e, di conseguenza, in difficoltà nel momento in cui dovrà esaudire o interpretare una vostra richiesta.
Per i cani i toni acuti e ripetuti ad alto volume corrispondono a una situazione eccitante e sono quindi indicati per le fasi di gioco o per quei momenti in cui volete ottenere l’attenzione del vostro cane. Se vi trovate in una situazione in cui il cane si dimostra agitato o eccessivamente eccitato non è urlandogli di stare fermo che lo aiuterete a calmarsi, ma dimostrandovi sereni, calmi e soprattutto rivolgendovi a lui con poche parole pronunciate a bassa voce.
Il ringhio: significa “smamma!”. Il cane percepisce una minaccia, reale o presunta, e il ringhio è il suo segnale di difesa, finalizzato a segnalare che è pronto a reagire aggressivamente. -Un ringhiare festoso durante il gioco è abbastanza comune. -Il cane ferito o sofferente può ringhiare quando si tocca il punto che gli fa male. |
COMUNICAZIONE TATTILE
Solitamente i cani non apprezzano:
RAPPORTI CON ALTRI ANIMALI
Cani e gatti, quando riescono a superare il problema del “parlarsi” usando i loro linguaggi differenti, sono in grado di comportarsi e comprendersi secondo schemi comuni.
Ecco una serie alcune fotografie che ho scattato:
Quasi tutti gli intervistati hanno individuato l'immagine del cane sereno/rilassato, solo una persona l’ha indicato come cane stressato.
E' stata individuata da tutti l'immagine del cane attento/in stato di allerta.
Solo una persona è riuscita a fare la distinzione tra l'immagine cane aggressivo e sicuro di se e cane aggressivo insicuro/pauroso.
Per quanto riguarda l’immagine che rappresenta la sottomissione passiva, due persone l’hanno indicata come una postura di sottomissione, altre due persone l’hanno indicata come una postura di sottomissione al padrone e affetto nei suoi confronti, secondo una persona è un cane rilassato, secondo un’altra mostra fiducia nei confronti di qualcuno, mentre un’ultima persona non ha saputo dare una risposta.
Tutti hanno individuato la postura di invito al gioco e la postura di un cane teso.
Tutti gli intervistati hanno colto la minaccia inviata dal cane rappresentato come impaurito/insicuro.
Sono tutti d’accordo nell’affermare che annusare le eliminazioni di altri cani sia un comportamento normale.
Solo una persona (che in passato ha avuto un cane di piccola taglia) afferma che in presenza di un cane più grande si dovrebbe sempre prendere in braccio il proprio cane e/o mettergli il guinzaglio, anche altre due persone sono d’accordo nel dire che bisognerebbe mettere il guinzaglio al proprio cane, mentre secondo gli altri i due cani, anche se di taglie diverse, andrebbero lasciati interagire da liberi.
[N.B. In presenza di cani competenti nella comunicazione, equilibrati e ben socializzati è preferibile farli interagire da liberi, anche se di taglie diverse. Altre situazioni andranno valutate caso per caso, ma è sempre preferibile allontanarsi lentamente invece che prendere velocemente in braccio il proprio cagnolino in presenza di cani più grandi.]
Solo uno degli intervistati ritiene necessario intervenire immediatamente se si assiste a una zuffa tra due cani, secondo gli altri bisogna intervenire solo in caso di reale necessità.
Nell’approcciare un cane sconosciuto è giusto accarezzarlo sulla testa solo secondo uno degli intervistati.
Dalle interviste è, inoltre, risultato che i proprietari non hanno, purtroppo, mai approfondito l’argomento comunicazione leggendo libri o documentandosi in altro modo (solo una delle intervistate ha cercato informazioni su internet), le informazioni che posseggono le hanno ricavate unicamente dall’osservazione diretta di alcuni cani o parlando con amici e parenti.
Anne Lill Kvam, _Il fiuto del cane tra gioco e lavoro, Haqihana, 2011 (pag 6-12)
Eleonora Mentaschi, La comunicazione, in “Corso di cinofilia di base Scuola Cinofila Il Mio Cane”
Giorgio Andreoli, Noi cani. Comportamenti Attitudini Psicologia, Arnoldo Mondadori, 1991 (pag 70, 71, 90, 92, 93)
Gwen Bailey, Allevare un cane super. Come liberare le sue potenzialità, De Agostini, 2011
Heater Dunphy, Quello che il tuo cane non dice. Come interpretare il suo linguaggio segreto, Fabbri, 2011
Simone Dalla Valle, Un cane per amico. Se lo conosci (e lo ami) lo educhi, TEA, 2012
Stanley Coren, Capire il linguaggio dei cani, Franco Muzzio, 2009
Tecniche di comunicazione cane e umano, Edizioni del Baldo, 2011
www.ilmiocane.net (articolo di Eleonora Mentaschi Prime fasi di vita del cane: sviluppo comportamentale)
Francesca Ravagnati
Educatrice cinofila e Pet Sitter