PUNTI TRATTATI:
- Introduzione
- Comunicazione visiva/corporea
- Comunicazione chimica
- Comunicazione vocale/acustica
- Comunicazione tattile
- Rapporti con altri animali
- Questionario su alcuni aspetti della comunicazione canina
- Bibliografia e sitografia
- Comunicazione visiva/corporea
- Comunicazione chimica
- Comunicazione vocale/acustica
- Comunicazione tattile
- Rapporti con altri animali
- Questionario su alcuni aspetti della comunicazione canina
- Bibliografia e sitografia
Comunicare deriva dal latino communicare, un verbo collegato alla parola communis, vale a dire comune. Communicare indicava l’azione di mettere in comune, rendere comune.
Sappiamo bene come interagire con gli esseri umani, ma nella comunicazione con i nostri cani siamo spesso molto meno chiari. Capita, infatti, che i modelli di dialogo che sono validi tra noi, quando vengono applicati nella comunicazione con il nostro cane risultino del tutto confusi e fuorvianti. Ripetizioni, contraddizioni, toni interrogativi e montante frustrazione quando non otteniamo i risultati attesi sono abitudini tipicamente umane che non ci aiutano nella comunicazione col nostro cane, anzi.
Se vogliamo imparare a comunicare correttamente con il nostro cane, poi, dobbiamo anche evitare di giudicare il suo modo di comportarsi dal nostro punto di vista; è sempre molto alto il rischio di antropomorfizzare le emozioni degli animali e di attribuire loro caratteristiche esclusivamente umane.
I cani sono abilissimi a mandare e ricevere i segnali del linguaggio corporeo. Anche noi facciamo uso dei gesti (come per esempio quando accompagniamo il nostro discorso con gesti delle mano per enfatizzarlo o sporgiamo il mento per mostrare determinazione), ma poiché la nostra forma di comunicazione primaria è quella verbale, facciamo più affidamento sulla parola per far pervenire il nostro messaggio. Al contrario, i nostri compagni a quattro zampe, usano la vocalizzazione come mezzo di comunicazione secondario rispetto al linguaggio del corpo.
Può capitare, quindi, che si fraintendano i segnali e si interpreti il linguaggio non verbale in modo sbagliato, ma se osserviamo il nostro cane con regolarità, la traduzione risulterà più facile.
L’errata comprensione del messaggio può avere serie conseguenze sia per il cane che per il nostro rapporto con lui, ed è per questo che si devono prendere in considerazione tutti gli aspetti del linguaggio del corpo: espressioni facciali, posture, atteggiamenti delle orecchie e movimenti della coda concorrono a veicolare il messaggio e ne traducono il significato.
La comunicazione può avvenire tramite quattro canali:
-VISIVO
-OLFATTIVO
-UDITIVO
-TATTILE
Sappiamo bene come interagire con gli esseri umani, ma nella comunicazione con i nostri cani siamo spesso molto meno chiari. Capita, infatti, che i modelli di dialogo che sono validi tra noi, quando vengono applicati nella comunicazione con il nostro cane risultino del tutto confusi e fuorvianti. Ripetizioni, contraddizioni, toni interrogativi e montante frustrazione quando non otteniamo i risultati attesi sono abitudini tipicamente umane che non ci aiutano nella comunicazione col nostro cane, anzi.
Se vogliamo imparare a comunicare correttamente con il nostro cane, poi, dobbiamo anche evitare di giudicare il suo modo di comportarsi dal nostro punto di vista; è sempre molto alto il rischio di antropomorfizzare le emozioni degli animali e di attribuire loro caratteristiche esclusivamente umane.
I cani sono abilissimi a mandare e ricevere i segnali del linguaggio corporeo. Anche noi facciamo uso dei gesti (come per esempio quando accompagniamo il nostro discorso con gesti delle mano per enfatizzarlo o sporgiamo il mento per mostrare determinazione), ma poiché la nostra forma di comunicazione primaria è quella verbale, facciamo più affidamento sulla parola per far pervenire il nostro messaggio. Al contrario, i nostri compagni a quattro zampe, usano la vocalizzazione come mezzo di comunicazione secondario rispetto al linguaggio del corpo.
Può capitare, quindi, che si fraintendano i segnali e si interpreti il linguaggio non verbale in modo sbagliato, ma se osserviamo il nostro cane con regolarità, la traduzione risulterà più facile.
L’errata comprensione del messaggio può avere serie conseguenze sia per il cane che per il nostro rapporto con lui, ed è per questo che si devono prendere in considerazione tutti gli aspetti del linguaggio del corpo: espressioni facciali, posture, atteggiamenti delle orecchie e movimenti della coda concorrono a veicolare il messaggio e ne traducono il significato.
La comunicazione può avvenire tramite quattro canali:
-VISIVO
-OLFATTIVO
-UDITIVO
-TATTILE
COMUNICAZIONE VISIVA/CORPOREA
I cani, pur vedendo a colori, hanno probabilmente una percezione bicromatica. In particolare distinguerebbero le tonalità del blu e del giallo, mentre sarebbero poco sensibili al rosso e al verde.
Hanno una visione superiore alla nostra in condizioni di scarsa luce e un campo visivo più ampio del nostro. Hanno, però, una pessima visione binoculare che non gli permette di distinguere bene contorni e dettagli di oggetti vicini e fermi. Riescono, invece, ad intercettare molto bene oggetti in movimento.
I cani, pur vedendo a colori, hanno probabilmente una percezione bicromatica. In particolare distinguerebbero le tonalità del blu e del giallo, mentre sarebbero poco sensibili al rosso e al verde.
Hanno una visione superiore alla nostra in condizioni di scarsa luce e un campo visivo più ampio del nostro. Hanno, però, una pessima visione binoculare che non gli permette di distinguere bene contorni e dettagli di oggetti vicini e fermi. Riescono, invece, ad intercettare molto bene oggetti in movimento.
I cani sono dotati di un’incredibile capacità di comunicazione corporea, grazie alla quale riescono a trasmettere emozioni e intenzioni attraverso movimenti, a volte quasi impercettibili, di alcune parti del corpo. Sono in grado di mostrare numerose espressioni facciali, dette mimiche, e di assumere altrettante posizioni con il corpo, dette invece posture.
I cani comunicano, poi, attraverso la prossemica (sto vicino, lontano, davanti o dietro al destinatario del messaggio), la cinetica (velocità, traiettoria) e il mantello (attraverso l’orripilazione).
Il linguaggio del corpo va interpretato attraverso l’uso della vista e si può affermare che sia possibile “leggere il cane”: per farlo però bisognerà imparare a osservare pazientemente e con molta attenzione ogni suo movimento, senza mai estrapolarlo dal contesto in cui si trova. Questo poiché lo stesso gesto può avere significati diversi a seconda della situazione e del momento in cui viene emesso.
I cani comunicano, poi, attraverso la prossemica (sto vicino, lontano, davanti o dietro al destinatario del messaggio), la cinetica (velocità, traiettoria) e il mantello (attraverso l’orripilazione).
Il linguaggio del corpo va interpretato attraverso l’uso della vista e si può affermare che sia possibile “leggere il cane”: per farlo però bisognerà imparare a osservare pazientemente e con molta attenzione ogni suo movimento, senza mai estrapolarlo dal contesto in cui si trova. Questo poiché lo stesso gesto può avere significati diversi a seconda della situazione e del momento in cui viene emesso.
Tutti noi siamo circondati da una "bolla" invisibile che cambia dimensioni a seconda del nostro stato d'animo, del luogo in cui ci troviamo, della confidenza che abbiamo con chi "invade" la bolla. Vi siete mai sentiti a disagio in un ascensore affollato? Questo dipende dal fatto che la nostra bolla è invasa da persone che non conosciamo e con cui preferiremmo tenere una distanza maggiore. Vi piacerebbe che uno sconosciuto vi parlasse a un centimetro dalla faccia?
Anche gli animali hanno la loro bolla che andrebbe sempre rispettata. Non dovremmo mai lanciarci ad accarezzare un animale se ci fa capire che non gradisce. I cani, ad esempio, possono arrivare a ringhi o abbai per segnalare il mancato rispetto delle distanze, ma chi non reagirebbe dopo continue invasioni dei nostri spazi?
Anche gli animali hanno la loro bolla che andrebbe sempre rispettata. Non dovremmo mai lanciarci ad accarezzare un animale se ci fa capire che non gradisce. I cani, ad esempio, possono arrivare a ringhi o abbai per segnalare il mancato rispetto delle distanze, ma chi non reagirebbe dopo continue invasioni dei nostri spazi?
Poiché il linguaggio umano e quello canino sono diversi, rischiamo di veicolare messaggi che non coincidono con le nostre intenzioni. Tra noi umani, ad esempio, guardare il nostro interlocutore negli occhi è un gesto amichevole; non è così per i cani, che non guardano spesso direttamente negli occhi un proprio simile, dato che ciò equivale a un messaggio di minaccia. Tuttavia i cani possono imparare che la comunicazione con un soggetto umano è diversa, e che in questo caso uno sguardo diretto può anche avere una valenza positiva.
Dal momento che siamo più alti del nostro amico a quattro zampe, ci viene naturale chinarci su di lui per accarezzarlo. Questo è inteso da noi come un gesto d’amicizia, ma è possibile che il nostro messaggio venga interpretato come una minaccia, se consideriamo come i cani comunicano tra loro.
La risposta del cane può dipendere dalla relazione che ha con la persona che lo accarezza, per questo motivo non andrebbe mai approcciato in questo modo un cane che non si conosce.
Durante le “presentazioni” con un cane sconosciuto, dovremmo lasciare che il cane possa fiutarci la mano prima di iniziare ad accarezzarlo, scegliendo sempre di accarezzarlo sul collo invece che sulla testa. Anche andare verso un cane estraneo in modo diretto può essere interpretato come una minaccia: è meglio avvicinarsi di lato, così come fanno i cani quando si salutano, poiché in questo modo gli si comunica che le proprie intenzioni non sono cattive.
Se dobbiamo relazionarci con un cane che ci appare particolarmente timoroso, potremmo abbassarci sulle gambe per ridurre la nostra altezza e, se questo non dovesse bastare, potremmo dargli le spalle.
La risposta del cane può dipendere dalla relazione che ha con la persona che lo accarezza, per questo motivo non andrebbe mai approcciato in questo modo un cane che non si conosce.
Durante le “presentazioni” con un cane sconosciuto, dovremmo lasciare che il cane possa fiutarci la mano prima di iniziare ad accarezzarlo, scegliendo sempre di accarezzarlo sul collo invece che sulla testa. Anche andare verso un cane estraneo in modo diretto può essere interpretato come una minaccia: è meglio avvicinarsi di lato, così come fanno i cani quando si salutano, poiché in questo modo gli si comunica che le proprie intenzioni non sono cattive.
Se dobbiamo relazionarci con un cane che ci appare particolarmente timoroso, potremmo abbassarci sulle gambe per ridurre la nostra altezza e, se questo non dovesse bastare, potremmo dargli le spalle.
Esempi di approccio scorretto
Coda e orecchie, poi, non sono solo un orpello estetico per il cane, ma servono come strumenti di comunicazione e, nel caso della coda, come bilanciere per la corretta andatura del cane.
Spesso siamo portati a pensare che un cane scodinzoli per manifestare gioia, contentezza; in realtà lo scodinzolare indica uno stato di attivazione del cane, che può essere positivo o negativo.
Spesso siamo portati a pensare che un cane scodinzoli per manifestare gioia, contentezza; in realtà lo scodinzolare indica uno stato di attivazione del cane, che può essere positivo o negativo.
Postura di un cane rilassato (neutro)
La coda è portata bassa e rilassata, le orecchie sono alte ma non in avanti, la testa è alta, la bocca è leggermente aperta, la posizione è sciolta e il peso uniformemente distribuito sulle zampe.
La coda è portata bassa e rilassata, le orecchie sono alte ma non in avanti, la testa è alta, la bocca è leggermente aperta, la posizione è sciolta e il peso uniformemente distribuito sulle zampe.
Postura di un cane in attenzione
La coda è portata orizzontale, le orecchie sono in avanti con possibile movimento per captare un suono, la testa è alta e la bocca è serrata.
La coda è portata orizzontale, le orecchie sono in avanti con possibile movimento per captare un suono, la testa è alta e la bocca è serrata.
Postura di un cane sicuro di sé
Orecchie dritte e in avanti, coda tenuta alta e ben in vista, corpo rigido e proteso in avanti.
Orecchie dritte e in avanti, coda tenuta alta e ben in vista, corpo rigido e proteso in avanti.
Postura sottomessa: sottomissione attiva
La coda è portata bassa, le orecchie sono rivolte all’indietro, lo sguardo è sfuggente, il corpo è abbassato, sono possibili leccate all’aria o al muso dell’altro cane.
La coda è portata bassa, le orecchie sono rivolte all’indietro, lo sguardo è sfuggente, il corpo è abbassato, sono possibili leccate all’aria o al muso dell’altro cane.
Postura sottomessa: sottomissione passiva
Rotolamento sul dorso con esposizione di ventre e gola, coda tra le zampe e appoggiata al ventre, orecchie appiattite e indietro, muso appoggiato al suolo per evitare il contatto visivo diretto, occhi parzialmente chiusi, angolo della bocca all’indietro, possibile rilascio di qualche goccia di urina.
E’ una postura che viene utilizzata come segnale di stop, come ricerca di “immobilità” (ad esempio durante uno scontro con un altro cane).
Rotolamento sul dorso con esposizione di ventre e gola, coda tra le zampe e appoggiata al ventre, orecchie appiattite e indietro, muso appoggiato al suolo per evitare il contatto visivo diretto, occhi parzialmente chiusi, angolo della bocca all’indietro, possibile rilascio di qualche goccia di urina.
E’ una postura che viene utilizzata come segnale di stop, come ricerca di “immobilità” (ad esempio durante uno scontro con un altro cane).
Postura di invito al gioco
Posteriore rivolto verso l’altro e zampe anteriori abbassate, coda portata alta con scodinzolio ampio, orecchie alzate, bocca aperta e lingua in fuori, sono possibili saltelli da una parte all’altra e abbai.
Posteriore rivolto verso l’altro e zampe anteriori abbassate, coda portata alta con scodinzolio ampio, orecchie alzate, bocca aperta e lingua in fuori, sono possibili saltelli da una parte all’altra e abbai.
Postura di paura
Questa immagine mostra, in particolare, un cane impaurito e che potrebbe attaccare se incalzato; sono infatti i denti sono visibili e il naso è corrugato per lanciare un avvertimento all’individuo che ha di fronte (un’altra espressione facciale possibile in caso di paura è quella chiamata “lifting”, dove tutto è tirato indietro e le pupille sono dilatate). La coda è portata tra le zampe, il corpo è abbassato, le orecchie sono tirate indietro.
Questa immagine mostra, in particolare, un cane impaurito e che potrebbe attaccare se incalzato; sono infatti i denti sono visibili e il naso è corrugato per lanciare un avvertimento all’individuo che ha di fronte (un’altra espressione facciale possibile in caso di paura è quella chiamata “lifting”, dove tutto è tirato indietro e le pupille sono dilatate). La coda è portata tra le zampe, il corpo è abbassato, le orecchie sono tirate indietro.
Cane teso/sotto stress
Coda portata bassa, corpo abbassato, orecchie indietro, pupille dilatate, ansimi rapidi con angolo della bocca indietro, cuscinetti sudati, possibile aumento delle eliminazioni, possibile aumento del livello di attività o immobilità.
Coda portata bassa, corpo abbassato, orecchie indietro, pupille dilatate, ansimi rapidi con angolo della bocca indietro, cuscinetti sudati, possibile aumento delle eliminazioni, possibile aumento del livello di attività o immobilità.
Cane aggressivo e sicuro
Cane che mostra di essere sicuro di sé e comunica una possibile aggressione. Coda rigida, portata alta con pelo rizzato (sono possibili vibrazioni da parte a parte), orecchie in avanti (talora poco aperte verso i lati, a formare un’ampia V), naso corrugato, la fronte può formare rughe verticali, denti visibili, bocca aperta a C, cresta di pelo alzata, corpo rigido e leggermente inclinato in avanti.
Cane che mostra di essere sicuro di sé e comunica una possibile aggressione. Coda rigida, portata alta con pelo rizzato (sono possibili vibrazioni da parte a parte), orecchie in avanti (talora poco aperte verso i lati, a formare un’ampia V), naso corrugato, la fronte può formare rughe verticali, denti visibili, bocca aperta a C, cresta di pelo alzata, corpo rigido e leggermente inclinato in avanti.
Cane aggressivo e insicuro/spaventato
Coda portata bassa, orecchie indietro, bocca spalancata con denti visibili, corpo abbassato e arretrato.
Coda portata bassa, orecchie indietro, bocca spalancata con denti visibili, corpo abbassato e arretrato.
T-Position
Uno dei due cani appoggia una zampa o entrambe le zampe anteriori sul corpo dell’altro, oppure si pone ad angolo retto con il muso sulle scapole dell’individuo sottomesso.
Uno dei due cani appoggia una zampa o entrambe le zampe anteriori sul corpo dell’altro, oppure si pone ad angolo retto con il muso sulle scapole dell’individuo sottomesso.
Monta
La monta non è solo legata alla sfera sessuale, ma può assumere vari significati, può avvenire anche tra cani dello stesso sesso e può essere messa in atto da un cane sicuro di sé nei confronti di un altro, ma può anche essere un comportamento sostitutivo nei momenti di stress o ansia.
La monta non è solo legata alla sfera sessuale, ma può assumere vari significati, può avvenire anche tra cani dello stesso sesso e può essere messa in atto da un cane sicuro di sé nei confronti di un altro, ma può anche essere un comportamento sostitutivo nei momenti di stress o ansia.
La sequenza mostra uno scontro ritualizzato tra due cani. La maggior parte dei “combattimenti” tra cani sono ritualizzati e di rado arrivano a ferirsi gravemente. E’ quindi buona norma non intervenire per separare due cani, se non i casi eccezionali, quando è realmente a rischio l’incolumità di uno dei due o di entrambi.
Due o più cani possono lottare tra loro per gioco; spesso ribadiscono che si tratta di un gioco attraverso la tipica postura di “invito al gioco”.
Le stesse posture possono assumere significati diversi a seconda del contesto!
Le posture comunemente definite come "di sottomissione", per esempio, possono essere anche indicate come comportamenti affiliativi, comportamenti che servono per ribadire e rinforzare i legami sociali tra due individui.
Stessi comportamenti, stessi atteggiamenti possono essere interpretati in altro modo, e assumere un significato diverso.
I cani, essendo animali sociali, hanno la necessità di ribadire il legame che li lega ad un altro cane o una persona, sentono il bisogno di rinsaldare i legami. Questo accade soprattutto dopo una separazione, come dopo il risveglio o la lontananza, anche se breve. Come a voler dire "siamo sempre amici, voglio ricordarcelo, ho bisogno di rinsaldare questo nostro rapporto".
Le posture comunemente definite come "di sottomissione", per esempio, possono essere anche indicate come comportamenti affiliativi, comportamenti che servono per ribadire e rinforzare i legami sociali tra due individui.
Stessi comportamenti, stessi atteggiamenti possono essere interpretati in altro modo, e assumere un significato diverso.
I cani, essendo animali sociali, hanno la necessità di ribadire il legame che li lega ad un altro cane o una persona, sentono il bisogno di rinsaldare i legami. Questo accade soprattutto dopo una separazione, come dopo il risveglio o la lontananza, anche se breve. Come a voler dire "siamo sempre amici, voglio ricordarcelo, ho bisogno di rinsaldare questo nostro rapporto".
COMUNICAZIONE CHIMICA
L’olfatto è il senso maggiormente sviluppato nei nostri cani. L’organo deputato all’olfatto è il naso, e nello specifico la mucosa olfattiva.
La mucosa olfattiva è un particolare tipo di superficie che riveste le cavità interne del naso. E’ ricca di recettori olfattivi, recettori sensoriali specifici in grado di percepire le diverse sostanze chimiche volatili. I recettori olfattivi, a loro volta, inviano le informazioni al cervello, dove vengono elaborate. Un uomo di media corporatura possiede circa cinque milioni di recettori olfattivi, mentre un cane ne possiede circa duecentoventi milioni. Ciò significa che l’olfatto di un cane è almeno quarantacinque volte più potente del nostro.
La differenza, però, non è solo quantitativa, ma anche qualitativa, poiché il cervello dei cani è strutturato in modo da percepire il mondo attraverso il naso, addirittura meglio di quanto siamo in grado di fare noi umani con la vista e gli altri sensi.
La mucosa olfattiva è un particolare tipo di superficie che riveste le cavità interne del naso. E’ ricca di recettori olfattivi, recettori sensoriali specifici in grado di percepire le diverse sostanze chimiche volatili. I recettori olfattivi, a loro volta, inviano le informazioni al cervello, dove vengono elaborate. Un uomo di media corporatura possiede circa cinque milioni di recettori olfattivi, mentre un cane ne possiede circa duecentoventi milioni. Ciò significa che l’olfatto di un cane è almeno quarantacinque volte più potente del nostro.
La differenza, però, non è solo quantitativa, ma anche qualitativa, poiché il cervello dei cani è strutturato in modo da percepire il mondo attraverso il naso, addirittura meglio di quanto siamo in grado di fare noi umani con la vista e gli altri sensi.
L’anatomia del cane è strutturata per distinguere ed elaborare gli odori ai massimi livelli, grazie a milioni di cellule all’interno delle cavità nasali, a un’ampia porzione di cervello riservata all’olfatto e all’organo di Jacobson
La comunicazione olfattiva tra cani è molto importante, al momento dell’incontro, infatti, due cani si annusano zona genitale, anale e padiglione auricolare.
I cani inoltre lasciano il loro odore attraverso urine, feci e attraverso la raspatura del terreno (grazie alle ghiandole interdigitali). Attraverso la comunicazione olfattiva i cani trasmettono gli uni agli altri moltissime informazioni che li riguardano.
I cani inoltre lasciano il loro odore attraverso urine, feci e attraverso la raspatura del terreno (grazie alle ghiandole interdigitali). Attraverso la comunicazione olfattiva i cani trasmettono gli uni agli altri moltissime informazioni che li riguardano.
Il paraolfatto (una via di mezzo tra l’olfatto e il gusto) permette ai cani di percepire i feromoni attraverso l’organo di Jacobson.
E’ un tipo di percezione che non viene elaborata a livello della corteccia. Una volta percepiti, i feromoni provocano una reazione immediata da parte del cane.
Riconosciamo feromoni:
-di identificazione
-di allarme
-sessuali
-di appagamento
-di adozione
-di delimitazione territoriale
La produzione e secrezione di feromoni è involontaria e la loro trasmissione avviene attraverso l’aria, l’acqua, la deposizione sul suolo o su supporti solidi.
I cani vivono in un mondo fatto di odori, mentre noi in un mondo prevalentemente fatto di immagini, si può quindi dire che noi “vediamo il mondo” e che i cani, invece, “fiutano il mondo”.
E’ un tipo di percezione che non viene elaborata a livello della corteccia. Una volta percepiti, i feromoni provocano una reazione immediata da parte del cane.
Riconosciamo feromoni:
-di identificazione
-di allarme
-sessuali
-di appagamento
-di adozione
-di delimitazione territoriale
La produzione e secrezione di feromoni è involontaria e la loro trasmissione avviene attraverso l’aria, l’acqua, la deposizione sul suolo o su supporti solidi.
I cani vivono in un mondo fatto di odori, mentre noi in un mondo prevalentemente fatto di immagini, si può quindi dire che noi “vediamo il mondo” e che i cani, invece, “fiutano il mondo”.
COMUNICAZIONE VOCALE/ACUSTICA
Il cane è in grado di percepire una gamma molto più ampia di suoni rispetto a noi, inoltre può muovere le orecchie in modo da captare meglio i suoni circostanti.
Siamo tutti d’accordo nel sostenere che un cane che abbaia sta comunicando col mondo che lo circonda, tuttavia dietro a quell’abbaio si possono nascondere davvero tantissimi messaggi diversi. Prestando attenzione scoprirete che è possibile individuare dei suoni specifici che i cani usano per esprimere determinate intenzioni.
I cani non sfruttano l’utilizzo di migliaia e migliaia di suoni diversi come le parole che usiamo noi umani, ma utilizzano una costante modulazione di una manciata di suoni.
I cani non capiscono nulla di quello che diciamo se prima non ne abbiamo spiegato loro il significato attraverso il training. “Quante volte te lo devo dire che non devi fare così?”
Le parole che pronunciamo, non hanno alcun valore per i cani se non quello che decidiamo noi, in maniera più o meno consapevole, associandole costantemente a un comportamento o più in generale a una situazione. Se questo non avviene, le nostre parole rimangono suoni privi di significato, esattamente come quelle di una lingua straniera a noi sconosciuta.
Il fatto che i cani riescano a comunicare in maniera così chiara fra loro limitandosi a modulare pochi suoni ci fa capire perché i nostri amici siano decisamente più sensibili al modo in cui diciamo loro le cose invece che a quello che stiamo realmente dicendo. Questo perché i cani, più che alla comunicazione verbale, badano a quella paraverbale, ovvero all’uso che, durante un discorso, si fa di timbro, tono, volume, pause.
Se vi rivolgete al vostro cane con tono duro e assertivo penserà immediatamente che lo state sgridando e questo lo metterà a disagio e, di conseguenza, in difficoltà nel momento in cui dovrà esaudire o interpretare una vostra richiesta.
Per i cani i toni acuti e ripetuti ad alto volume corrispondono a una situazione eccitante e sono quindi indicati per le fasi di gioco o per quei momenti in cui volete ottenere l’attenzione del vostro cane. Se vi trovate in una situazione in cui il cane si dimostra agitato o eccessivamente eccitato non è urlandogli di stare fermo che lo aiuterete a calmarsi, ma dimostrandovi sereni, calmi e soprattutto rivolgendovi a lui con poche parole pronunciate a bassa voce.
Siamo tutti d’accordo nel sostenere che un cane che abbaia sta comunicando col mondo che lo circonda, tuttavia dietro a quell’abbaio si possono nascondere davvero tantissimi messaggi diversi. Prestando attenzione scoprirete che è possibile individuare dei suoni specifici che i cani usano per esprimere determinate intenzioni.
I cani non sfruttano l’utilizzo di migliaia e migliaia di suoni diversi come le parole che usiamo noi umani, ma utilizzano una costante modulazione di una manciata di suoni.
I cani non capiscono nulla di quello che diciamo se prima non ne abbiamo spiegato loro il significato attraverso il training. “Quante volte te lo devo dire che non devi fare così?”
Le parole che pronunciamo, non hanno alcun valore per i cani se non quello che decidiamo noi, in maniera più o meno consapevole, associandole costantemente a un comportamento o più in generale a una situazione. Se questo non avviene, le nostre parole rimangono suoni privi di significato, esattamente come quelle di una lingua straniera a noi sconosciuta.
Il fatto che i cani riescano a comunicare in maniera così chiara fra loro limitandosi a modulare pochi suoni ci fa capire perché i nostri amici siano decisamente più sensibili al modo in cui diciamo loro le cose invece che a quello che stiamo realmente dicendo. Questo perché i cani, più che alla comunicazione verbale, badano a quella paraverbale, ovvero all’uso che, durante un discorso, si fa di timbro, tono, volume, pause.
Se vi rivolgete al vostro cane con tono duro e assertivo penserà immediatamente che lo state sgridando e questo lo metterà a disagio e, di conseguenza, in difficoltà nel momento in cui dovrà esaudire o interpretare una vostra richiesta.
Per i cani i toni acuti e ripetuti ad alto volume corrispondono a una situazione eccitante e sono quindi indicati per le fasi di gioco o per quei momenti in cui volete ottenere l’attenzione del vostro cane. Se vi trovate in una situazione in cui il cane si dimostra agitato o eccessivamente eccitato non è urlandogli di stare fermo che lo aiuterete a calmarsi, ma dimostrandovi sereni, calmi e soprattutto rivolgendovi a lui con poche parole pronunciate a bassa voce.
Il cane è in grado di percepire una gamma molto più ampia di suoni rispetto a noi e può muovere le orecchie per captare i rumori circostanti
Alcuni esempi di comunicazione vocale:
Il ringhio: significa “smamma!”. Il cane percepisce una minaccia, reale o presunta, e il ringhio è il suo segnale di difesa, finalizzato a segnalare che è pronto a reagire aggressivamente. -Un ringhiare festoso durante il gioco è abbastanza comune. -Il cane ferito o sofferente può ringhiare quando si tocca il punto che gli fa male. |
L’uggiolio: denota frustrazione o voglia di attenzioni
COMUNICAZIONE TATTILE
I cagnolini neonati stanno ammucchiati gli uni sugli altri per mantenere la temperatura corporea (non sono, infatti, ancora in grado di autoregolarla) ed è probabile che le stimolazioni tattili causate da questi contatti siano fondamentali per il loro sviluppo. I cuccioli figli unici o che hanno perso i fratellini, infatti, se non vengono correttamente gestiti dall’allevatore, possono facilmente diventare adulti difficili da accarezzare, manipolare, toelettare. In questi casi può essere difficile la loro gestione da parte del proprietario e spesso si assiste a reazioni di fastidio e di aggressività da irritazione se manipolati dalle persone o anche nei confronti di altri cani.
In ogni caso il contatto fisico non è apprezzato da tutti cani, per alcuni cani il contatto fisico è poco gradito anche se si tratta del proprietario. Per capire quale tipo di manipolazione il nostro cane apprezza e quale invece lo infastidisce dobbiamo imparare ad osservare il nostro cane.
Solitamente i cani non apprezzano:
Solitamente i cani non apprezzano:
Alcuni cani accettano (e a volte gradiscono!) questi comportamenti da parte del loro proprietario, anche se capita che il proprietario stesso non si renda conto di mettere a disagio il proprio amico in alcune situazioni. E’ comunque sempre sconsigliato approcciare in questo modo un cane che non si conosce.
Questo Carlino, messo in posa per la foto, è a disagio e lo comunica attraverso diversi segnali (es. si lecca il naso, è rigido)
Ogni tipo di manipolazione, poi, ha un suo significato. L e carezze lente a mano aperta, ad esempio, trasmettono calma e rilassamento. Le pacche energiche hanno invece effetto opposto, provocando eccitamento e maggiore agitazione.
Il contatto fisico non è apprezzato da tutti i cani!
RAPPORTI CON ALTRI ANIMALI
Generalmente i cani non trovano difficoltà a vivere anche con altri animali. L’importante è che da cuccioli abbiano avuto l’occasione di socializzare e quindi sviluppare la capacità di comunicare e familiarizzare anche con loro.
Cani e gatti, quando riescono a superare il problema del “parlarsi” usando i loro linguaggi differenti, sono in grado di comportarsi e comprendersi secondo schemi comuni.
Ecco una serie alcune fotografie che ho scattato:
Cani e gatti, quando riescono a superare il problema del “parlarsi” usando i loro linguaggi differenti, sono in grado di comportarsi e comprendersi secondo schemi comuni.
Ecco una serie alcune fotografie che ho scattato:
Ho proposto ad alcuni proprietari di cani un questionario riguardante la comunicazione canina, riporto le CONCLUSIONI:
Quasi tutti gli intervistati hanno individuato l'immagine del cane sereno/rilassato, solo una persona l’ha indicato come cane stressato.
E' stata individuata da tutti l'immagine del cane attento/in stato di allerta.
Solo una persona è riuscita a fare la distinzione tra l'immagine cane aggressivo e sicuro di se e cane aggressivo insicuro/pauroso.
Per quanto riguarda l’immagine che rappresenta la sottomissione passiva, due persone l’hanno indicata come una postura di sottomissione, altre due persone l’hanno indicata come una postura di sottomissione al padrone e affetto nei suoi confronti, secondo una persona è un cane rilassato, secondo un’altra mostra fiducia nei confronti di qualcuno, mentre un’ultima persona non ha saputo dare una risposta.
Tutti hanno individuato la postura di invito al gioco e la postura di un cane teso.
Tutti gli intervistati hanno colto la minaccia inviata dal cane rappresentato come impaurito/insicuro.
Sono tutti d’accordo nell’affermare che annusare le eliminazioni di altri cani sia un comportamento normale.
Solo una persona (che in passato ha avuto un cane di piccola taglia) afferma che in presenza di un cane più grande si dovrebbe sempre prendere in braccio il proprio cane e/o mettergli il guinzaglio, anche altre due persone sono d’accordo nel dire che bisognerebbe mettere il guinzaglio al proprio cane, mentre secondo gli altri i due cani, anche se di taglie diverse, andrebbero lasciati interagire da liberi.
[N.B. In presenza di cani competenti nella comunicazione, equilibrati e ben socializzati è preferibile farli interagire da liberi, anche se di taglie diverse. Altre situazioni andranno valutate caso per caso, ma è sempre preferibile allontanarsi lentamente invece che prendere velocemente in braccio il proprio cagnolino in presenza di cani più grandi.]
Solo uno degli intervistati ritiene necessario intervenire immediatamente se si assiste a una zuffa tra due cani, secondo gli altri bisogna intervenire solo in caso di reale necessità.
Nell’approcciare un cane sconosciuto è giusto accarezzarlo sulla testa solo secondo uno degli intervistati.
Dalle interviste è, inoltre, risultato che i proprietari non hanno, purtroppo, mai approfondito l’argomento comunicazione leggendo libri o documentandosi in altro modo (solo una delle intervistate ha cercato informazioni su internet), le informazioni che posseggono le hanno ricavate unicamente dall’osservazione diretta di alcuni cani o parlando con amici e parenti.
Quasi tutti gli intervistati hanno individuato l'immagine del cane sereno/rilassato, solo una persona l’ha indicato come cane stressato.
E' stata individuata da tutti l'immagine del cane attento/in stato di allerta.
Solo una persona è riuscita a fare la distinzione tra l'immagine cane aggressivo e sicuro di se e cane aggressivo insicuro/pauroso.
Per quanto riguarda l’immagine che rappresenta la sottomissione passiva, due persone l’hanno indicata come una postura di sottomissione, altre due persone l’hanno indicata come una postura di sottomissione al padrone e affetto nei suoi confronti, secondo una persona è un cane rilassato, secondo un’altra mostra fiducia nei confronti di qualcuno, mentre un’ultima persona non ha saputo dare una risposta.
Tutti hanno individuato la postura di invito al gioco e la postura di un cane teso.
Tutti gli intervistati hanno colto la minaccia inviata dal cane rappresentato come impaurito/insicuro.
Sono tutti d’accordo nell’affermare che annusare le eliminazioni di altri cani sia un comportamento normale.
Solo una persona (che in passato ha avuto un cane di piccola taglia) afferma che in presenza di un cane più grande si dovrebbe sempre prendere in braccio il proprio cane e/o mettergli il guinzaglio, anche altre due persone sono d’accordo nel dire che bisognerebbe mettere il guinzaglio al proprio cane, mentre secondo gli altri i due cani, anche se di taglie diverse, andrebbero lasciati interagire da liberi.
[N.B. In presenza di cani competenti nella comunicazione, equilibrati e ben socializzati è preferibile farli interagire da liberi, anche se di taglie diverse. Altre situazioni andranno valutate caso per caso, ma è sempre preferibile allontanarsi lentamente invece che prendere velocemente in braccio il proprio cagnolino in presenza di cani più grandi.]
Solo uno degli intervistati ritiene necessario intervenire immediatamente se si assiste a una zuffa tra due cani, secondo gli altri bisogna intervenire solo in caso di reale necessità.
Nell’approcciare un cane sconosciuto è giusto accarezzarlo sulla testa solo secondo uno degli intervistati.
Dalle interviste è, inoltre, risultato che i proprietari non hanno, purtroppo, mai approfondito l’argomento comunicazione leggendo libri o documentandosi in altro modo (solo una delle intervistate ha cercato informazioni su internet), le informazioni che posseggono le hanno ricavate unicamente dall’osservazione diretta di alcuni cani o parlando con amici e parenti.
BIBLIOGRAFIA
Anne Lill Kvam, _Il fiuto del cane tra gioco e lavoro, Haqihana, 2011 (pag 6-12)
Eleonora Mentaschi, La comunicazione, in “Corso di cinofilia di base Scuola Cinofila Il Mio Cane”
Giorgio Andreoli, Noi cani. Comportamenti Attitudini Psicologia, Arnoldo Mondadori, 1991 (pag 70, 71, 90, 92, 93)
Gwen Bailey, Allevare un cane super. Come liberare le sue potenzialità, De Agostini, 2011
Heater Dunphy, Quello che il tuo cane non dice. Come interpretare il suo linguaggio segreto, Fabbri, 2011
Simone Dalla Valle, Un cane per amico. Se lo conosci (e lo ami) lo educhi, TEA, 2012
Stanley Coren, Capire il linguaggio dei cani, Franco Muzzio, 2009
Tecniche di comunicazione cane e umano, Edizioni del Baldo, 2011
SITOGRAFIA
www.educational.rai.it (lemma comunicare)
www.ilmiocane.net (articolo di Eleonora Mentaschi Prime fasi di vita del cane: sviluppo comportamentale)
www.ilmiocane.net (articolo di Eleonora Mentaschi Prime fasi di vita del cane: sviluppo comportamentale)
Francesca Ravagnati
Educatrice cinofila e Pet Sitter