Quello della dominanza è un tema ancora molto dibattuto in ambito cinofilo.
Possiamo però dire con certezza che:
1) Il termine dominanza è stato usato troppo e male (quante volte abbiamo sentito pronunciare frasi come “Il mio cane è dominante”, “Se il tuo cane monta un altro cane è dominante”, “Se un cane ringhia è dominante”, “Il mio cane è aggressivo perché è dominante”, “Il tuo cane non va d’accordo con i suoi simili perché è dominante”. A breve sentiremo anche: “Se il tuo cane ha imparato a leggere il giornale è perché è dominante” “Se il tuo cane russa è dominante” ecc.)
2) Non ha mai senso parlare di gerarchia tra due cani che si incontrano per la prima volta
3) La dominanza non può essere una caratteristica assoluta e individuale (propria di un individuo). Quando e se c’è, è possibile solo all’interno di una diade o di un gruppo di cani che si conoscono bene.
Possiamo però dire con certezza che:
1) Il termine dominanza è stato usato troppo e male (quante volte abbiamo sentito pronunciare frasi come “Il mio cane è dominante”, “Se il tuo cane monta un altro cane è dominante”, “Se un cane ringhia è dominante”, “Il mio cane è aggressivo perché è dominante”, “Il tuo cane non va d’accordo con i suoi simili perché è dominante”. A breve sentiremo anche: “Se il tuo cane ha imparato a leggere il giornale è perché è dominante” “Se il tuo cane russa è dominante” ecc.)
2) Non ha mai senso parlare di gerarchia tra due cani che si incontrano per la prima volta
3) La dominanza non può essere una caratteristica assoluta e individuale (propria di un individuo). Quando e se c’è, è possibile solo all’interno di una diade o di un gruppo di cani che si conoscono bene.
Tra cani che non si conoscono, quindi, non si può parlare di comportamento gerarchico o di dominanza. Per quanto riguarda le famose regole gerarchiche (far mangiare il cane dopo di noi, farlo passare dopo di noi da porte e cancelli, non farlo dormire in posizioni di controllo, ecc.), tanto in voga negli anni passati, osservando il comportamento dei lupi in libertà possiamo renderci conto di quanto spesso questi animali mangino insieme e condividano i luoghi di risposo. Perché noi, sempre a patto che ci faccia piacere, non dovremmo far salire i nostri cani su letti e divani, per esempio?
Grazie allo studio dei lupi in libertà (la maggior parte degli studi su cui ci si basava in passato erano riferiti a lupi in cattività i cui branchi spesso venivano creati artificialmente aggiungendo e togliendo soggetti a discrezione dell'uomo, soggetti che non si conoscevano tra loro e non imparentati) è venuta meno la teoria secondo la quale il proprietario deve imporsi sul proprio cane come un capobranco severo se non addirittura violento. Ad oggi sappiamo che il branco tipico del lupo è una famiglia, costituita generalmente dai genitori che guidano le attività del gruppo e dai figli avuti nei precedenti 3 anni. I giovani membri man mano si allontanano dal gruppo, mentre in cattività spesso i branchi includono membri costretti a convivere per molti anni. In queste circostanze, del tutto innaturali, si sono registrati molti comportamenti di ostilità e aggressività tra i membri dei branchi artificialmente creati.
In natura i lupi genitori non hanno bisogno di imporsi con la forza, allo stesso modo noi dovremmo abbandonare la, ormai superata, teoria del capobranco. Dovremmo invece dimostrarci al cane come dei leader da seguire, sicuri e coerenti nelle nostre azioni, mai violenti.
Qualche utilità, però, ce l’hanno anche le regole gerarchiche (ma non certo quella di insegnare al cane ad essere non-dominante!). Dare una routine e degli orari al cane, infatti, è importante per fornirgli uno strumento che gli permetta di poter prevedere cosa accadrà. Se l’ansia è la sensazione di non avere il controllo dell’ambiente, possiamo facilmente intuire quanto sia d’aiuto per i nostri cani poter prevedere alcuni eventi attraverso il rispetto degli orari e l’inserimento di alcuni “rituali” che scandiscano la giornata.
Francesca Ravagnati
Educatrice cinofila e Pet Sitter